La zona rossa
della pandemia
9 aprile 2021
Raffaele Castelli
Cornacchia, La zona rossa, Transeuropa 2020
Zona rossa parla della pandemia che sta
sconvolgendo buona parte del mondo e che, in qualche modo, cambierà la vita di
molti. Non si sa in quali termini. Siamo nel momento dell’incertezza, della
paura e delle supposizioni. Di certo, molto di ciò che era prima non sarà più
tale. Cambieranno l’approccio, le motivazioni e la sensibilità degli individui
verso le cose, così come verso le persone. Per controllare un cambiamento
epocale di tale portata, servirà il contributo di tutti i saperi. Non ultimo
stavolta, sui cadaveri di quello scientifico, politico ed economico, quello
della poesia. Cosa che Zona rossa fa da subito, immergendosi nei fondali delle
sicurezze precedenti per riemergere, senza moralismo alcuno, tenendo per i capelli
il bello e il brutto da cui ripartire. Da cui riprendere con maggiore
consapevolezza e conoscenza delle cose. Di alcune cose, e di se stessi.
In questo percorso di revisione e di
ravvedimento, di analisi, di distrazione dagli stereotipi l’autore, la voce
narrante, accompagna il protagonista con durezza e insieme con comprensione.
Come i bravi maestri di una volta. Non si nasconde mai al lettore dietro
nessuna foglia di fico, palesandosi senza pudore d’essere il poeta. Che
riflette, inveisce e rimugina su quelli che sono i temi del proprio lavoro e
della propria vita e lo fa, nel pieno della malattia causata dalla pandemia,
senza compiangersi e senza mai nominare esplicitamente il virus che lo sta
segnando. Senza palesare mai quello che però drammaticamente è il filo
conduttore di tutte le liriche. In una tensione che sembra presagire il peggio
in ogni momento, quando invece non accade manifestamente nulla. Come in una
sorta di thriller. Anche perché stranamente, da un momento così difficile e
sventurato, le liriche traggono forza e ispirazione. Succhiando tutta la linfa
poetica fino all’ultima goccia per travasarla in ogni singolo passo delle
poesie.
In definitiva, si può dire che La
zona rossa prenda le mosse di slancio e spicchi il volo sulle ali
della poesia intesa come parola contemporanea alta, anche se non elitaria, ma
lo fa soltanto come pretesto, come presa alla larga per subito precipitarsi a
capofitto nel pantano della vita reale. Che è in fondo da dove viene e dove
vuole ritornare. E da lì, si risolve a non farsi altro che un piccolo
contributo al non far cadere nell’oblio quel momento, quell’attimo in cui tutto
poteva cambiare per poi, probabilmente, non cambiare nulla. Quando invece sarà
necessario ricordarsi, rivedere le immagini e riviverli quei sentimenti, quelle
angosce e quel terrore che ha interessato tanta gente, e che non deve essere
dimenticato.
Poesie inedite di Raffaele Castelli Cornacchia su
Margutte.
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